RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 27/3/2018

RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 27/3/2018

RLSNOTIZIE FNP ER

27/03/2018



RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 27/3/2018
Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi


Auguri di Buona Pasqua!
Care pensionate/i,
in occasione della Pasqua 2018 voglio formulare a voi e alle vostre famiglie i più sinceri Auguri, a nome mio e della segreteria regionale.
Il momento che il Paese vive, dopo l'esito del voto del 4 aprile, il riproporsi della guerra fredda tra Occidente e Russia, le guerre sempre più numerose e diffuse, il ritorno del fenomeno terroristico, ci fanno temere per il futuro. Noi vecchi, forti dei tanti momenti difficili vissuti, sappiamo che è dai momenti difficili che traiamo fuori il meglio di noi e quindi siamo certi che con il nostro impegno di lotta e di condivisione del bisogno di anziani e giovani possiamo vivere con fiducia anche la PASQUA 2018. Siamo certi che il male non avrà l'ultima parola e che la PACE è possibile, se noi non ci arrendiamo alla logica del mondo che ci vuole divisi e chiusi in noi stessi.
BUONA PASQUA a tutte e tutti. (Loris Cavalletti, segr. gen Fnp Cisl ER)

Previdenza ancora sotto attacco! (di Guglielmo Gandino)
È sorprendente questa ulteriore e quasi patetica presa di posizione del FMI (Fondo monetario internazionale) contro i pensionati italiani, riguardo ai quali si tace invece che essi contribuiscono per oltre il 35% del gettito IRPEF, che diventa quasi il 95% con le imposte versate dai lavoratori dipendenti attivi. A questo proposito si dovrebbe essere trasparenti e riconoscere che in Italia per una pensione media l'aliquota marginale è del 33% mentre in Francia e in Germania è solo del 14%. È penoso pensare che una politica espansiva si debba fondare su un impoverimento generale della popolazione. Il peso della "spesa previdenziale pura" è pari all'11% del PIL , in linea con gli altri Paesi europei. Quindi non il 16% come si continua ad affermare da parte di FMI, OCSE e così via, con la commistione illegittima di previdenza ed assistenza. NO al "modello Grecia"!
Le elezioni politiche si sono svolte il 4 marzo, fervono trattative per la formazione del nuovo governo e puntualmente arrivano le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, o meglio le proposte contenute in un "Working Paper" a cui lavorano economisti di Washington del gruppo coordinato da Cottarelli, proposte che non sono formalmente vincolanti per il Fondo stesso, in quanto non necessariamente rappresentano le posizioni del Fondo, ma fanno ugualmente notizia. L'aspetto interessante è nel titolo stesso di questo documento di lavoro: "Italia: Towards a Growth-Friendly Fiscal Reform" che significa "Italia: Verso una Riforma Fiscale Mirata alla Crescita". Secondo gli economisti americani non possono esistere misure espansive rivolte alla crescita economica se non accompagnate da una contestuale riduzione della spesa. Trattandosi del gruppo di Cottarelli non mi stupisco di questa affermazione. Il vero problema è che purtroppo essi basano il loro studio su madornali "fake news", riferendosi ad una spesa pensionistica italiana pari al 16% del PIL, la seconda più alta dopo la Grecia. Francamente abbiamo la nausea a forza di ripetere gli stessi concetti, che nessuno - né la Troika, né le Istituzioni italiane che sono le prime colpevoli nel dare false informazioni sulle pensioni, né i media che continuano a diffondere colpevolmente queste false notizie - che nessuno dicevamo vuole caparbiamente recepire, evidentemente perché alla politica fa comodo così. Per semplificarci il compito, utilizziamo la campagna stampa di Federmanager, l'Associazione dei Dirigenti Industriali, che ha saggiamente provveduto a pubblicare per quindici giorni le informazioni correttive alle "fake news" sulle pensioni su tutte le principali testate italiane, le quali a questo punto non possono più affermare di non sapere:
1) Su 16,5 milioni di pensionati, oltre 8 milioni sono parzialmente o totalmente assistiti. Per pensionati "veri" o "non assistiti" si intendono coloro che ricevono una pensione calcolata sui contributi previdenziali versati nell'arco della loro vita lavorativa. Per "pensionati assistiti" si intendono coloro che non hanno mai o quasi mai versato contributi e che quindi necessitano di un intervento "assistenziale" a carico dello Stato, cioè dei contribuenti italiani. Molti di loro hanno svolto lavori precari temporanei, oppure hanno lavorato non in regola, evadendo in questo modo sia imposte che contributi. I primi rientrano nell'ambito della "PREVIDENZA", finanziata appunto dai contributi versati da lavoratori e professionisti, i secondi nell'"ASSISTENZA" il cui costo andrebbe scaricato non sul bilancio dell'INPS (come invece si continua a fare) bensì sulla fiscalità generale.
2) Il peso della "spesa previdenziale pura" è pari all'11% del PIL , in linea con gli altri Paesi europei. Quindi non il 16% come si continua ad affermare da parte di FMI, OCSE e così via, con la commistione illegittima di previdenza ed assistenza.
3) La spesa "assistenziale", che nulla ha a che vedere con la gestione "previdenziale", supera ormai ampiamente i 100 miliardi l'anno e cresce ad un ritmo annuo del 6%, mentre il tasso annuo di crescita delle pensioni finanziate da contributi è stato di un misero 0,2%.
Dato che ci si basa su premesse fasulle, è evidente che altrettanto erronee siano di conseguenza le proposte, che vanno dal ricalcolo contributivo delle pensioni a suo tempo liquidate con il sistema retributivo, alla diminuzione dei criteri per concedere le pensioni di reversibilità (già riformate da una pessima riforma Dini del 1995), all'innalzamento dei contributi versati dai lavoratori autonomi per avvicinarli progressivamente al livello da tempo in essere per i lavoratori dipendenti e cioè il 33%. A questo si aggiunge la proposta di eliminare i benefici nel calcolo delle pensioni delle lavoratrici madri, l'eliminazione o la riduzione della "quattordicesima di povertà" e in generale della "tredicesima". In questo modo - secondo gli economisti di Washington - si libererebbero risorse per gli investimenti. È penoso pensare che una politica espansiva si debba fondare su un impoverimento generale della popolazione. Eppure il modello FMI è la Grecia, Paese che per rispettare i parametri imposti da Bruxelles è tragicamente ridotto alla fame, con le pensioni abbattute mediamente del 50%.
È sorprendente questa ulteriore e quasi patetica presa di posizione contro i pensionati italiani, riguardo ai quali si tace invece che essi contribuiscono per oltre il 35% del gettito IRPEF, che diventa quasi il 95% con le imposte versate dai lavoratori dipendenti attivi. A questo proposito si dovrebbe essere trasparenti e riconoscere che in Italia per una pensione media l'aliquota marginale è del 33% mentre in Francia e in Germania è solo del 14%. Merito anche dell'applicazione del "quoziente famigliare" per le famiglie mono-reddito che in Italia è ancora tabù. Ne consegue che il carico fiscale di una coppia mono-reddito over-65 con una pensione lorda di 55.000€ in Italia è di circa 18.000€ (33%), in Francia di 4.500€ (8%) e in Germania di 6.300€ (11,4%). Inoltre le tanto vituperate pensioni "retributive" oltre i 1.500€ lordi mensili hanno perso negli ultimi 20 anni (fra blocchi totali, parziali e manipolazioni varie del sistema di indicizzazione) almeno il 20% del loro~ potere di acquisto.
Quanto al ricalcolo contributivo, il gruppo di Washington sembra non sapere che i vertici INPS in occasione di un'audizione in Commissione Lavoro nella passata legislatura hanno ufficialmente ammesso che detto ricalcolo non è tecnicamente possibile in quanto l'incompletezza dei dati creerebbe disparità di trattamento fra pensionati. Fra l'altro sarebbe opportuno che questi economisti si andassero a rileggere l'articolo del dicembre 2013 a cura di Fabrizio e Stefano Patriarca, nel quale si dimostra chiaramente con un grafico che le pensioni con una % di squilibrio maggiore fra retributivo e contributivo sono quelle medie, e che all'aumentare della pensione mensile lo squilibrio diminuisce fin quasi ad azzerarsi. Invece di occuparsi di giustificare ancora una volta un prelievo al "bancomat" dei pensionati, che ha veramente il sapore dell'"esproprio" di Stato, sarebbe forse meglio occuparsi di:
1) Vitalizi dei parlamentari, per i quali lo "squilibrio" fra pensioni erogate e pensioni ricalcolate con il contributivo può arrivare anche al 5-600%, altro che il 10-20% dei lavoratori dipendenti;
2) Le "doppie pensioni" dei parlamentari, fino a pochi anni fa generosamente pagate per intero dallo Stato italiano;
3) Le pensioni "regalate" ai politici in virtù della Legge Mosca n. 252/1974 e le pensioni calcolate in maniera estremamente favorevole a migliaia di ex-sindacalisti in base al D.Lgs. n. 564/1996;
4) I molti enti inutili, costruiti apposta per foraggiare ex-politici, da sciogliere e mai sciolti, che costano allo Stato oltre 10 miliardi di euro;
5) L'evasione fiscale e contributiva, valutata dalla Corte dei Conti pari ad almeno 7 punti di PIL, quindi con un "tax gap" intorno ai 120 miliardi di euro;
6) La corruzione, con un costo presunto per la società di 60 miliardi di euro.
Gli italiani queste cose le sanno, fa specie che non le sappiano i politici, le Istituzioni e gli esimi economisti di Washington.


FNP ER: Esecutivo del 22 marzo 2018
(Sintesi intervento Loris Cavalletti, segr. gen. Fnp ER)
Voto: emerge un paese insofferente dello ‘status quo' e come sindacato dobbiamo tenerne conto. Si evidenzia anche che il cosiddetto ‘porta a porta' della comunicazione non lo fanno più i partiti, ma i social, che ‘fagocitano' i dati personali di tutti. Infine, sul voto ha inciso anche l'immigrazione gestita male, che sul territorio ha ‘dirottato' queste persone nei quartieri più popolari e già problematici.
Da qui 4 temi, su cui la Fnp deve lavorare e proporre un'iniziativa nei territori a livello regionale. 1) Giovani . L'alleanza intergenerazionale è fondamentale per il futuro del Paese. Pertanto, intraprendere azioni volte a rispettare gli anziani ed a valorizzare i giovani, puntando sul lavoro per i giovani, soprattutto al sud. Qui serve una riflessione sulla riforma delle pensioni. Nel 2050 i giovani avranno pensioni ‘povere', in quanto un sistema pensionistico basato interamente sul contributivo porta a questo. Dunque , in primis separare previdenza da assistenza. 2) Immigrazione. Una gestione del fenomeno tra ‘buonisti' da una parte e chi li vuole ‘tutti via' dall'altra è fallimentare perché innanzitutto scarica il problema sui più deboli e poi perché l'immigrazione non è un fattore di emergenza, ma strutturale , che durerà anni e come tale va affrontato. 3) Sanità. E' un tema che va ripreso con forza. Troppe persone non si curano, perché i ticket per il ceto medio /basso costano troppo. Una sentenza dice che i malati di Alzheimer non pagano i servizi sanitari, ma dato che il budget sanitario delle asl è limitato, segue che si taglieranno i servizi stessi…Circa il tema sanità è opportuno fare un'iniziativa a favore del funzionamento delle strutture socio sanitarie territoriali volte alla deospedalizzazione. 4) Politica. Va ripensata la contrattazione per incentivare la partecipazione. Nel merito è in cantiere un'iniziativa sul libro di Dossetti del 1956, quando il vescovo lo ‘obbligò' ad entrare in politica. Vanno rilette l'analisi su giovani, immigrazione e politica espresse da Dossetti ed ancora oggi di grande attualità. Infine, nel nostro agire, dobbiamo avere presente un dato certo: non c'è più ideologia a fare da collante per cui la gente si mobilità su bisogni concreti. In cantiere è un'iniziativa con /per gli Rls, da tenersi a maggio a Firenze presso il centro studi, dove è anche allestita una mostra su Don Milani, comprensiva di un'escursione a Barbiana.

‘Le Botteghe della Fiducia': progetto teatrale di Anteas e Teatro dell'Argine
Parte il progetto teatrale ‘Le Botteghe della Fiducia', ideato da Anteas e a cura del Teatro dell'Argine, che mette in scena i volontari e le volontarie di tutto il territorio nazionale. Il percorso, articolato in tre laboratori, sarà avviato a Trani, Bologna e Padova, per culminare nei prossimi mesi con quattro appuntamenti: tre spettacoli nelle diverse città coinvolte e un evento finale a Riccione in occasione dell'assemblea nazionale di Anteas prevista dal 28 al 30 maggio. I laboratori sono già partiti a Trani il 10 marzo, mentre le date previste a Bologna sono il 22, 23 e 26 marzo e il 12 e 13 aprile presso la sede Anteas di Via Milazzo 16. Il 15 aprile sarà invece la data dello spettacolo finale, aperto al pubblico e rivolto a tutta la cittadinanza. L'obiettivo del progetto ‘Le Botteghe della Fiducia' è quello di mettere in scena il mondo del volontariato di Anteas, nella sua varietà e complessità, coinvolgendo le numerose persone che fan parte del corpo dell'associazione e che la rendono viva ogni giorno col loro impegno e il loro tempo. Saranno gli stessi partecipanti a scrivere il copione dello spettacolo, che accoglierà i loro racconti, gli aneddoti e le storie che vivono o hanno vissuto durante il loro periodo di volontariato. Ogni storia diventerà un piccolo tassello dell'opera finale, fatta di tanti atti recitati, brevi radiodrammi o scene senza parole. Momenti suggestivi, toccanti, divertenti o irriverenti, che raccontano le difficoltà e la gioia dello stare insieme e le persone coi loro bisogni e nei loro ambienti. Il laboratorio è condotto e diretto da Teatro dell'Argine, che da anni realizza progetti insieme ad associazioni ed enti, per un teatro pensato per le persone e non solo per il pubblico. Teatro dell'Argine da sempre propone un teatro nuovo, profondamente radicato nella città e aperto verso il mondo. Questo progetto di Anteas in particolare nasce dalla voglia di riconoscersi attraverso valori condivisi e di raccontarsi usando il teatro come strumento di indagine e autorappresentazione. Il progetto ‘Le Botteghe della Fiducia' vede inoltre la collaborazione di Maria Grazia Panigada, consulente teatrale ed esperta di narrazione in contesti museali. Per partecipare: [ http://www.bandieragialla.it/content/info@anteasemiliaromagna.it%20 ]info@anteasemiliaromagna.it tel. 051256815