INTERVISTA a Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE

INTERVISTA a Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE

16/06/2022



INTERVISTA a Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE

Covid: scenari futuri e grado di preparazione dei sistemi sanitari

Idati quotidiani relativi ai contagi esibiscono ancora numeri importanti di nuovi casi, anche se i decessi calano e le terapie intensive non sono più allo stremo.

Dopo una lunga fase di plateau durata oltre due mesi, tutte le curve sono ormai in stabile e costante discesa da oltre un mese: dai nuovi casi al tasso di positività dei tamponi, dai ricoveri in area medica a quelli in terapia intensiva, sino ai decessi. Il numero dei contagi, che rimane ancora elevato, deve comunque essere interpretato tenendo conto di due aspetti. Innanzitutto, la variante Omicron, con le sue sotto- varianti, rappresenta verosimilmente il virus più contagioso che l'umanità abbia mai conosciuto. In secondo luogo, la sua minor virulenza, insieme con la barriera di protezione alzata dalla campagna vaccinale, fa sì che le percentuali di pazienti positivi con malattia grave che richiede ricovero in area medica o in terapia intensiva siano, rispettivamente, dello 0,78% e dello 0,03%. Come termine di paragone, nell'ottobre 2021 con la variante delta prevalente, tali percentuali erano rispettivamente del 3,22% e dello 0,47%.

È corretto abbandonare totalmente l'uso delle mascherine anche in luoghi affollati al chiuso o servirebbe maggiore prudenza?

Il mio consiglio, al di là degli obblighi vigenti, è di utilizzare sempre le mascherine al chiuso, specialmente in luoghi affollati e/ o poco ventilati: i mezzi pubblici nelle ore di punta rappresentano sicuramente l'esempio paradigmatico. Un consiglio che diventa una forte raccomandazione per le persone anziane e fragili, sostenuta da evidenze scientifiche e dati. Innanzitutto, la circolazione del virus rimane ancora elevata ( al 7 giugno, quasi 17 mila casi al giorno, 630 mila attualmente positivi e un tasso di positività dei tamponi molecolari che sfiora il 12%); in secondo luogo, la protezione conferita dal vaccino nei confronti del contagio da Omicron è modesta e cala rapidamente nel tempo; infine, la mascherina FFP2 offre un'eccellente protezione dal contagio.

Superata l'emergenza Covid, almeno si spera dopo due anni, quale scenario possibile: ricadute simili ad influenza o possibile rischio di nuove virulenti mutazioni?

Gli scenari futuri sono fondamentalmente legati a tre variabili. Innanzitutto, l'emergenza di nuove varianti più contagiose, più gravi o in grado di evadere la risposta immunitaria; in secondo luogo, la durata della copertura vaccinale nei confronti della malattia grave, condizionata anche dall'arrivo dei nuovi vaccini adattati alle varianti; infine, la copertura globale delle vaccinazioni che rimane nettamente inferiore

a quanto auspicato. Lo scenario più realistico è quello di nuove ondate stagionali durante l'autunno- inverno, la cui " altezza" è tuttavia impossibile da prevedere. Quello che è certo è che ogni eventuale scenario futuro è strettamente condizionato dal grado di preparazione dei sistemi sanitari, che non possono più attuare politiche attendiste.

I vaccini hanno salvato molte vite. In prospettiva potranno essere equiparati ai vaccini antinfluenzali?

Nel lungo periodo l'infezione da SARS- CoV- 2 diventerà endemica e, verosimilmente, dovranno vaccinarsi periodicamente solo le persone a rischio di ospedalizzazione, quali anziani e fragili. Un po' come accade oggi per l'in fluenza. Tuttavia al momento nessuno è in grado di prevedere i tempi della circolazione endemica del virus, né quali categorie (e con quale frequenza) necessiteranno di periodici richiami vaccinali.

È azzardato rimandare all'autunno la quarta dose dei vulnerabili?

Assolutamente sì per tre ragioni: il declino della copertura vaccinale sulla malattia grave dopo 120 giorni, l'aumento del tasso di mortalità negli anziani, in particolare over 80 già vaccinati con tre dosi, e il consolidamento delle prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, nessuno sa esattamente quando saranno disponibili i cosiddetti "vaccini aggiornati".

Ileana Rossi