RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 2/7/2019 Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi

RLSNOTIZIE  FNP Emilia-Romagna 2/7/2019 Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi

03/07/2019



L'Italia che invecchia
L'Italia che invecchiq frena economia e conti pubblici.
Siamo il 2° Paese più anziano al mondo (29,4% gli over 60enni), dopo il Giappone (33,4% over 60enni).
L'età media alta è una tendenza inarrestabile con effetti gravi su ricchezza e investimenti. Il valore delle case cala del 3% l'anno e senza giovani chi assisterà i nonni?
Secondo l'Onu, nel 2050 le persone con 60 anni o più passeranno da 962 milioni nel 2017 a 2,l miliardi nel 2050: il Giappone sarà sempre primo con il 42,4%, l'Italia ottava con il 40,3%. Ma se nel 2017 la popolazione di 60 anni o più in Italia era di 17,43 milioni di persone, nel 2050 sarà di 22,2 milioni. Di questi, le donne sole saranno il 37,9% e gli uomini il 16,5%, quelli che vivranno con il solo coniuge saranno il 34,3% delle donne e il 49,5% degli uomini.
L'invecchiamento procede spedito soprattutto nelle aree urbane. Tra il 2000 e il 2015, nel mondo il numero di persone con più di 60 anni è aumentato del 68% nelle aree urbane a fronte del 25% delle aree rurali. Nel 2015, a livello mondiale il 58% degli over 60 abitava nelle città rispetto al 51% del 2000. La concentrazione nelle aree urbane è ancora più alta per gli ottantenni: fatti 100 a livello mondiale, quelli che vivevano in città erano il 56% nel 2000 e nel 2015 erano il 63%.
Questo macrotrend avrà profondi effetti non solo sugli individui, ma soprattutto sulle famiglie, 1e comunità e i governi. La domanda di assistenza domiciliare e di nuove soluzioni abitative aumenterà, mentre saliranno i costi per le pensioni, la sanità pubblica e le prestazioni assistenziali.
Secondo l'analisi 2018 della Ragioneria generale dello Stato, il rapporto fra spesa pensionistica e Prodotto interno lordo è previsto in calo fino ad arrivare al 15,1% tra il 2019 e il 2021, ma nel decennio successivo sarà in graduale aumento attorno al 15,3% fra il 2024 e il 2030 per poi crescere con maggiore intensità fino al 16,2% nel 2044.
Solo per effetto dell'invecchiamento, il rapporto fra spesa sanitaria pubblica e Pil crescerà invece dal 6,6% del 2017 al 7,7% del 2070.
Quanto all'impatto sociale, la famiglia svolge ancora un ruolo centrale nel lavoro di cura, ma non è affatto detto che in futuro sarà in grado di sostenere l'impegno dell'assistenza agli anziani, che pesa soprattutto sulle donne.
Se il tasso nazionale di occupazione femminile passera dal 48,1% attuale alla media europea del 61,5%, al lavoro di cura familiare mancherà il contributo di 2 milioni e mezzo di donne, mentre calerà il numero delle famiglie in grado di pagare i badanti. Inoltre, la precarizzazione del mercato del lavoro continua a ridurre la possibilità delle persone di farsi carico degli oneri derivanti dalle cure di cui potrebbero avere bisogno in futuro.
Però in Italia tra il 2009 e il 2013 sono calati del 21,4% a meno di 150mila gli anziani che hanno usato il servizio di assistenza domiciliare.
Il fenomeno impatterà anche sulla finanza e gli investimenti: mentre durante la loro vita lavorativa gli individui tendono a investire per la pensione, quando vanno a riposo vendono azioni, obbligazioni e immobili per mantenere il proprio tenore di vita.
Uno studio della Banca dei regolamenti internazionali su 22 Paesi stimava che l'invecchiamento farà calare ogni anno del 3% il valore degli immobili. Case, specie le seconde e soprattutto quelle di vacanza, che spesso gli anziani non sono più in condizione di gestire economicamente. Ecco perché le vendono o le svendono, come succede sempre più spesso anche ai loro eredi.
Da qui la spinta di molte istituzioni a studiare progetti finanziari per consentire agli anziani che vivono in città di godere di soluzioni adatte alle loro mutate esigenze domiciliari. Ma l'invecchiamento spopola soprattutto i piccoli centri, dove le case perdono valore in modo più veloce. Un problema di difficile soluzione che ha già cambiato il volto dell'Italia rurale. Ma gli anziani sono anche una risorsa: secondo i dati di Bankitalia rielaborati dall'Abi, al 20% della popolazione con 65 anni o più appartiene il 73% della ricchezza nazionale, pari a oltre 7,1 miliardi di euro, di cui oltre il 61% (4,3 miliardi) è investito in immobili.
Secondo una recente indagine di “Itinerari previdenziali”, il loro livello di spesa privata supera i 200 miliardi l'anno, a fronte di pensioni per 202 miliardi cui si assomma l'utilizzo del patrimonio. A livello mondiale, il valore dell'economia legata agli anziani è di 15mila miliardi di dollari l'anno, di cui mille nella sola sanità.


Bologna: aperte le iscrizioni al seminario "Strumenti per prevenire la violenza verso le donne anziane"
Sono aperte le iscrizioni al seminario "Strumenti per prevenire la violenza verso le donne anziane", presso la cooperativa sociale Cadiai, in via Bovi Campeggi 6/c a Bologna. Il seminario, gratuito e rivolto principalmente agli operatori sociali e sanitari attivi nei servizi per anziani e nei centri antiviolenza, vuole affrontare il complesso fenomeno degli abusi verso le donne anziane e mettere in rete diversi professionisti e diverse competenze interdisciplinari.~Tra le tematiche trattate: una proposta operativa di protocollo di rete, i risultati del progetto Erasmus+ Safe, analisi di casi e confronto con i partecipanti. Relatori: Licia Boccaletti, coordinatrice del progetto Safe, Salvatore Milianta, avvocato e formatore. Al corso sono stati riconosciuti 4 crediti formativi dall'Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Emilia Romagna.


Emilia-Romagna, l'immigrazione straniera: pubblicato il Rapporto dell'Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio
Da anni il Rapporto dell'Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio fornisce una~visione completa~del fenomeno in Emilia-Romagna, una fonte affidabile di conoscenza e informazione per quanti si occupino o siano interessati al tema.~
Il tutto in un contesto che vede la presenza di cittadini stranieri come una~componente strutturale~della nostra società, registrando dati significativi per quanto riguarda le persone regolari ma in attesa di ricevere la residenza, le persone in attesa di regolarizzazione e il numero di acquisizioni di cittadinanza italiana.
Presenze
Rimane stabile il numero di cittadini non comunitari con un documento di soggiorno valido (426.796 nel 2018), ma che diversamente dal valore nazionale vede un aumento dei permessi di lungo periodo (66,8%) sui permessi con scadenza (33,2%), segno di una~migrazione sempre più stabile nel territorio. In calo anche il numero assoluto dei permessi, dovuto almeno in parte alle nuove acquisizioni di cittadinanza, specie da parte delle comunità presenti da più tempo (Marocco: -2.394 unità; Albania: -1.108 unità).
Calano i permessi per motivi di lavoro (-5.146 unità, pari al -10,4%) e quelli riguardanti la voce "altro" (religione, residenza elettiva, salute, ecc. -270 unità, pari al -8,5%). In deciso aumento i permessi per richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria (+2.388, pari al +15,2%), in significativo aumento negli ultimi anche se rimane il terzo motivo in ordine di importanza. In lieve aumento gli arrivi per motivi di studio (+318, pari al +7,6%) e di famiglia (+326, paria la +0,5%), quest'ultimo rimane comunque il primo motivo di ingresso (50,7%).
Aumentano anche i nuovi ingressi in Emilia-Romagna, nel 2017 (+26.603, pari al +17,3%), la maggior parte per motivi di famiglia (52,2%) e richiedenti asilo e/o titolari di protezione umanitaria (31,1%), in significativo aumento, mentre sono sempre più ridotte le richieste per motivi di lavoro (5%). Dal 2013 i nuovi ingressi per motivi di asilo e protezione sono aumentati del 786% (dalle 935 unità del 2013, alle 8.284 del 2017).
Questi cambiamenti sono determinati dalla crescita degli arrivi di persone~in fuga da guerre e instabilità politica, dalla~contrazione del mercato del lavoro~italiano e dalla~richiesta di ricongiungimento~da parte di chi si è già stabilizzato. Vi sono anche grandi differenze di genere: gli uomini sono maggiormente concentrati nei permessi per richiesta di asilo e motivi umanitari (45,6% rispetto al totale degli ingressi degli uomini) e per motivi famigliari (38,3%), mentre le donne richiedono prevalentemente permessi per motivi di famiglia (70,8% rispetto al totale degli ingressi delle donne) e asilo (11,8%).
Abitare
Dei 49.517 alloggi di edilizia residenziale pubblica 8.767 (17,7%) sono assegnati a cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari), con la massima incidenza a Reggio Emilia (31,5%) e la minima a Rimini (10,6%), degli alloggi assegnati a nuovi nuclei familiari 1.081 (31,1%) sono stati assegnati a cittadini stranieri.~
Su un totale di 118.994 utenti di ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) sono 36.183 i cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari, pari al 30,4%), di cui la maggior parte di cittadinanza marocchina (36,2%), seguita da quella albanese (10,4%) e quella tunisina (10,2%).
Servizi sociali e socio-assistenziali
I minori assistiti dai servizi sociali sono 56.902 (al 31/12/2017) di cui il 49,5% di cittadinanza straniera. Calano invece i minori stranieri non accompagnati (Msna) attestandosi al 2,6% alla fine del 2017.
Le strutture di accoglienza abitativa per immigrati provvedono alle esigenze alloggiative degli stranieri e offrono quando possibile corsi di lingua italiana, formazione professionale, scambi culturali con la popolazione italiana e per la permanenza viene richiesto un contributo agli utenti. Il numero di queste strutture è~diminuito costantemente~dagli anni '90 ad oggi, attestandosi nel 2016 a 115 presidi per un totale di 1.033 posti (-6,4% rispetto al 2015).~
Carcere
Dei 3.488 detenuti presenti in Emilia-Romagna al 31/12/2017, 1770 (50,7%) sono di cittadinanza straniera, anche a causa della difficoltà per i migranti di accedere alle misure alternative al carcere, alla loro condizione giuridica e alla maggiore incidenza delle misure cautelari in carcere.
Nella fascia di età fino a 24 anni si colloca il 13,7% dei detenuti stranieri contro solo il 3,2% degli italiani, se si considera anche la fascia d'età successiva fino ai 34 anni si arriva al 55,5% dei detenuti stranieri a fronte del 16% degli italiani. Situazione opposta considerando la fascia di età oltre i 60 anni di età, dove gli stranieri sono l'1,3% e gli italiani il 15,8%.
Vi sono notevoli differenze anche per quanto riguarda la durata della inflitta (per coloro che hanno una sentenza definitiva): per le pene inferiori ad un anno la percentuale di stranieri è quasi il doppio di quella degli italiani, per le condanne fino a due anni si arriva oltre il 20% di stranieri e meno del 10% di italiani. Mentre le pene superiori ai dieci anni si ha oltre il 30% di italiani contro l'11,5% di stranieri.
Questi dati confermano che gli stranieri sono detenuti per reati di minore entità e che la loro incidenza sulla popolazione carceraria complessiva è~fortemente condizionata~dalle limitate possibilità, ad esempio, di usufruire di misure alternative.


‘Demenza, cosa fare'. Un opuscolo realizzato da Servizio assistenza territoriale e Agenzia sanitaria e sociale regionale

E' online l'opuscolo informativo~“Demenza, cosa fare”~realizzato da Servizio assistenza territoriale e Agenzia sanitaria e sociale regionale Regione Emilia-Romagna, a seguito del recepimento~delle~Linee di indirizzo nazionali con~l'approvazione del PDTA regionale sulle demenze - DGR 159/19.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini sul tema demenza ~e fornire alcune semplici informazioni per imparare a riconoscerla, su come affrontarla e i servizi a disposizione.

 

Vacanze leggere? 4 step per un beauty case minimal e sostenibile
Per semplificarci la vita nel comporre il beauty case da viaggio~minimal~(che non significa~vuoto~ma con quei pochi prodotti adatti a noi e che servono) e sostenibile l'ideale è partire da un armadietto di casa che sia già~light.
Per comporre un beauty case che contenga tutto quello che ci serve e che sia a ridotto impatto ambientale servono 4 semplici passaggi.
· Usare~prodotti eco-biologici multiuso:~la formulazione eco-biologica garantisce un maggiore rispetto della pelle e dell'ambiente già a partire dalla formulazione, la multifunzionalità permette di ridurre la quantità di prodotti da portare. Alcuni esempi possono essere un~olio per viso-corpo-capelli~(usato sotto la doccia sostituisce anche la crema) oppure il~gel d'aloe, perfetto come doposole su viso e corpo e come prodotto styling per capelli.
· Scegliere packaging~zero waste, cioè con un imballaggio minimo (che generalmente non prevede la plastica) e/o inesistente. Alcuni esempi sono gli shampoo solidi, detergenti solidi per il viso (esistono), deodoranti in confezioni di alluminio. Un negozio italiano, fisico e e-commerce relativo a “zero spreco” è per esempio Friendly Shop ([ fcp://@fc.cisl.it,%231010687/Mailbox/_blank/www.friendlyshop.it/ ]friendlyshop.it).
· Preferire accessori~lavabili come dischetti per struccarsi, assorbenti e/o salvaslip, lavabili.
· Scegliere un~make-up minimal: individuati quei 3/4 prodotti a cui non si può rinunciare, puntare sulla multifunzionalità (un matitone che faccia sia matita che ombretto, un rossetto che sia anche blush, una crema viso colorata con protezione solare).

Bbc assume 144 giornalisti e li “regala” ai giornali locali.
E' vero che la televisione ammazza i giornali, ma qualche volta li cura, se ricorda di essere un servizio pubblico.
Da due anni la Bbc ha assunto 144 giornalisti, li ha collocati in decine di quotidiani, settimanali e altri mezzi d'informazione di provincia, e paga i loro stipendi. Si chiamano “Local democracy reporters”.
Hanno il compito di trovare e raccontare storie sul potere locale: consigli municipali, gestori di servizi pubblici e altre autorità assortite, che poi vengono messe a disposizione di tutti gli 850 giornali, emittenti e siti d'informazione che partecipano al programma, Bbc inclusa.
In pratica è sorta da zero una nuova agenzia di stampa monotematica, che ha distribuito finora oltre 50 mila servizi pubblicati o trasmessi, al costo di 6 milioni di sterline l'anno, quasi 7 milioni di euro.
In Gran Bretagna, come ovunque, i giornali locali hanno sempre meno soldi, perché la pubblicità migra su Internet, soprattutto su multinazionali gigantesche come Facebook e Google.
In ballo c'è la sopravvivenza delle imprese e dei loro dipendenti, ma anche l'informazione di qualità come ingrediente fondamentale della democrazia, la possibilità di tenere sotto controllo l'esercizio del potere.
La British broadcasting corporation, in base al proprio statuto, se n'è fatta carico stringendo un accordo con la News media association, l'organizzazione che riunisce la maggior parte delle testate del Regno Unito. “Il nostro obiettivo è migliorare il giornalismo locale, garantire un maggior controllo sulla vita pubblica e fornire ai nostri ascoltatori e ai lettori dei giornali un'informazione più ampia su ciò che realmente accade nelle loro comunità”.
I reporter della democrazia lavorano alle dipendenze del partner locale, non della Bbc. Non possono occuparsi di politica nazionale. Nessuna uniformità dei contenuti, e tanto meno dei punti di vista politici, ma uno sforzo per mantenere alti gli standard nel Paese che ha inventato il giornalismo eccelso, ma anche quello infimo dei tabloid.