RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 8/11/2018

RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 8/11/2018

RLSNOTIZIE FNP ER

12/11/2018



RLSNOTIZIE FNP Emilia-Romagna 8/11/2018
Ufficio stampa Fnp ER Ileana Rossi


Inps: ecco i numeri che sbugiardano gli slogan'
analisi di Giuliano Cazzolla sui dati del Monitoraggio Inps sulle pensioni

Anche se ormai quanto viene percepito sembra fare aggio su ciò che è reale (e le opinioni svolazzano per aria senza confrontarsi con i dati) può essere utile qualche riflessione indotta dalle statistiche riguardanti le pensioni, allo scopo di segnalare non solo i luoghi comuni che inquinano il dibattito, ma anche di poter valutare – ognuno per suo conto nella solitudine della sua onestà intellettuale – le conseguenze che potrebbero derivare (ammesso e non concesso che siano rese note) dalle misure che il governo intende assumere a modifica della disciplina vigente.
Che cosa mostrano i dati aggiornati Inps sulle pensioni
Mi avvalgo del Monitoraggio dei flussi di pensionamento sulle pensioni decorrenti nel 2017 e nei primi trimestri del 2018, a cura dell'Inps, che da conto dell'andamento – con rilevazione al 2 ottobre scorso – di un periodo sufficientemente lungo e significativo per quanto riguarda gli effetti della riforma Fornero, sia pure a diversi anni di distanza.
La tabella sottostante fornisce una rappresentazione compiuta dei flussi del 2017 e del 2018.
COMPLESSO GESTIONI (dipendenti e autonomi dei settori privati)
(numeri in unità – importi medi mensili alla decorrenza in unità di euro)
ANNO 2017 GENNAIO-SETTEMBRE 2018

FPLD nel complesso numero importo medio numero importo medio
Vecchiaia * 57.030 1.051 28.842 1.193
Anzianità/Anticipate 96.083 2.250 66.137 2.275
Invalidità 34.294 777 20.906 790
Superstiti 124.903 738 81.723 773
Totale 312.310 1.265 197.608 1.339
CDCM
Vecchiaia 4.695 578 2.874 611
Anzianità/Anticipate 10.706 1.085 5.209 1.264
Invalidità 1.681 592 993 593
Superstiti 18.963 452 12.676 463
Totale 36.045 663 21.752 680
Artigiani
Vecchiaia 16.101 837 10.867 917
Anzianità/Anticipate 28.557 1.553 18.522 1.589
Invalidità 6.552 741 4.082 753
Superstiti 26.183 582 17.916 599
Totale 77.393 1.007 51.387 1.035
Commercianti
Vecchiaia 17.300 921 11.559 1.010
Anzianità/Anticipate 18.935 1.619 12.109 1.711
Invalidità 5.982 685 3.516 682
Superstiti 19.427 545 13.553 566
Totale 61.644 994 40.737 1.042
Parasubordinati
Vecchiaia 30.742 250 20.715 289
Invalidità 459 434 268 397
Superstiti 5.632 102 3.986 98
Totale 36.833 230 24.969 259
Assegni Sociali 78.882 399 13.168 408
Complesso gestioni
Vecchiaia 204.750 641 88.025 786
Anzianità/Anticipate 154.281 1.963 101.977 2.032
Invalidità 48.968 751 29.765 762
Superstiti 195.108 652 129.854 676
Totale 603.107 991 349.621 1.107
*Compresi i prepensionamenti
di cui: Totale gestioni dei lavoratori autonomi (CDCM, Artigiani, Commercianti e Parasubordinati)
DECORRENZA
ANNO 2017 GENNAIO-SETTEMBRE 2018
Categoria Numero Importo medio Numero Importo medio
Vecchiaia 68.838 578 46.015 639
Anz.tà/ Anticipate 58.198 1.488 35.840 1.583
Invalidità 14.674 691 8.859 696
Superstiti 70.205 498 48.131 512
Totale 211.915 810 138.845 842
Come si può vedere, con la sola eccezione della gestione speciale Inps (a cui sono iscritti i lavoratori c.d. parasubordinati, ma i trattamenti erogati sono in prevalenza seconde pensioni) la maggioranza degli italiani (maschi in prevalenza) è in condizione di avvalersi del pensionamento anticipato (l'istituto che dovrebbe essere ulteriormente favorito dalle misure preconizzate dal governo, con le c.d. quote).
Come viene smentita la campagna propagandistica sulle pensioni
Questa osservazione trova conferma nelle statistiche dell'Inps – che è destituita di fondamento la campagna propagandistica secondo cui gli anziani sarebbero costretti a lavorare fino a 67 anni e oltre. Le lavoratrici hanno alle spalle storie di lavoro spesso interrotto e discontinuo per cui si avvalgono del trattamento di vecchiaia, per conseguire il quale sono sufficienti, una volta maturato il requisito anagrafico, 20 anni di contribuzione.
Le novità salienti del monitoraggio dei flussi Inps
È interessante notare quanto avviene nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld), l'architrave del sistema obbligatorio: nel 2017 a fronte di 57mila pensioni di vecchiaia ve ne sono state 96mila anticipate, mentre nel periodo gennaio-settembre dell'anno in corso le seconde (66mila) sono già più del doppio delle prime (28mila). In sostanza, nei flussi del 2018, riguardanti il Fpld, su 100 pensioni di vecchiaia, ce ne sono state 229 anticipate.
L'importo delle retribuzioni
L'importo medio alla decorrenza dei trattamenti di anzianità (2,2mila contro 1,1mila euro mensili lordi) è circa il doppio di quello delle prestazioni a titolo di vecchiaia. Quest'ultimo dato riguarda i lavoratori dipendenti privati. Considerando il complesso delle gestioni emerge il valore medio delle prestazioni di vecchiaia (erogate in prevalenza ad ex lavoratrici) pari a 786 euro medi mensili lordi (un importo di poco superiore a quello della pensione di cittadinanza, conseguito però con almeno 20 anni di lavoro).
Ecco i numeri aggiornati su pensioni vecchiaia e anzianità
Nei primi nove mesi del 2018 (a conferma di una tendenza di carattere strutturale), nel Fpld, i lavoratori hanno percepito 46,5mila pensioni di anzianità e 6,5mila di vecchiaia; sul versante delle lavoratrici i ”numeri” si invertono: 22,3mila di vecchiaia e 19,5mila anticipate. La parte del leone – anche qui per ovvi motivi – la fanno le regioni del Nord con 45,5mila assegni di anzianità su 66mila. Arriviamo – venenum in cauda – all'età effettiva media alla decorrenza della pensione (sempre nel 2018 e nel Fpld).
Età effettiva alla decorrenza delle pensioni nel gennaio-settembre 2018
vecchiaiaanzianità invaliditàsuperstititotale
Maschi 66,5 61,0 54,1 77,0 63,7
Femmine 65,9 60,1 52,3 74,7 69,6
Totale 66,3 60,7 53,4 75,1 66,7
Da qui che la narrazione del sistema pensionistico, fatta all'opinione pubblica, merita qualche messa a punto. Anziché procedere a una destabilizzazione per partito preso.


Chi e come vuole segare le pensioni (non solo d'oro). Fatti e numeri di Stefano Biasioli

I pensionati della fascia superiore a 5 volte il minimo Inps (circa 2560 euro) hanno già dato. Perché – forzosamente – le pensioni sono state abbattute, dal 1993 al 2018, per 11 anni su 26. Sono stati costretti dallo Stato a versare “contributi forzosi” per il 46,15% dei citati 26 anni. Nel solo periodo 2008-2018, i tagli ai pensionati sono durati 8 anni su 11 ossia per il 72,7% del tempo. Il risultato che in presenza di un taglio medio del 23%, le pensioni parzialmente (o totalmente) retributive non lo sono più “retributive o miste”, perché – dati i tagli – la differenza tra pensione retributiva e contributiva si è praticamente azzerata. I vari legislatori hanno scelto un unico criterio: salvare le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps e maltrattare tutte le altre. Senza chiedersi quanto fossero corrette le posizioni pensionistiche di chi “non ha mai avuto o denunciato reddito” e di chi ha dichiarato redditi manifestamente incompatibili con un normale tenore di vita. Prima sotto attacco sono state le pensioni dei dipendenti pubblici (soprattutto) e privati, pensioni legate alla vita lavorativa di chi – data la tipologia del lavoro e della denuncia Irpef – non ha mai evaso: né una lira né un euro.
Mancata /parziale rivalutazione
Una serie infinita di modifiche legislative alla rivalutazione pensionistica decisa dal D. Lgs. 503/1992, ovvero adeguamento annuale delle pensioni sulla base del costo della vita, è stata scientemente realizzata. Per ben 6 volte le leggi hanno derogato dai principi del D. lgs. 503/1992, imponendo rivalutazioni nettamente inferiori alle previsioni del suddetto decreto. Negli anni più recenti si è aggiunto danno al danno. Dopo la sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale (che dichiarava incostituzionale la legge 214/2011) non si è ritornati ad applicare i criteri della legge 388/2000 ma si è applicata la legge Renzi (109/2015), basata su una indicizzazione pesantemente decrescente, fatta per scaglioni e non sul totale pensionistico. Con l'eccezione delle pensioni fino a 3 volte il minimo Inps, la perequazione delle pensioni medie è andata, costantemente e progressivamente peggiorando.
Giustizia. Bongiorno.'No allo stop alla prescrizione, è una bomba atomica. Rischio del blocco del sistema, serve un accordo in CDM

Lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giustizia? "Io sono preoccupata perche' non credo sia una correzione che incide solo sulla prescrizione, ma incide sull'intero sistema penale che oggi e' bloccato. E' come mettere una bomba atomica nel processo penale". Così il ministro della Pa, Giulia Bongiorno, intervistata da Maria Latella su SkyTg24. "Senza la tagliola della prescrizione non fisserebbero più le udienze, non ci sarebbero più appello e Cassazione perchè non sarebbero piu' fissate le udienze", sottolinea. "Il contratto di governo deve trovare un accordo" pero' si deve fare "una riforma della prescrizione e solo della prescrizione". Bongiorno continua: "Con Bonafede mi trovo benissimo, e' una persona ragionevole" pero' "dobbiamo stare attenti a non bloccare la giustizia per sempre". Un imputato innocente "deve vedere la fine del suo processo". Il ministro della Pa spiega che la norma annunciata dai 5 stelle e' come "mettere una bomba atomica nel processo penale". Bongiorno vorrebbe che la misura fosse "discussa in Consiglio dei ministri" mentre qui si parla di "un emendamento" al ddl anticorruzione in commissione alla Camera. (DIRE)

Apple e Samsung multate dall'Antitrust; l'Autorità italiana emette la prima decisione al mondo sull'obsolescenza programmata

Pensare che aggiornare in continuazione i nostri smartphone scaricando i firmware che i relativi produttori ci sollecitano renda i nostri apparecchi up to date è un errore perché, in realtà, rischiamo di abbreviarne la vita stessa e limitarne le funzionalità. Infatti, installare aggiornamenti di firmware realizzati per configurazioni hardware di ultima generazione, può ridurre significativamente le prestazioni dell'apparecchio, in particolare in presenza di batterie inefficienti, e impattare sulla durata dello stesso.
Si parla in queste ipotesi di obsolescenza programmata ovvero di strategie poste in essere dai produttori volte a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato e imporne la sostituzione con un nuovo prodotto, più efficiente e funzionale, la cui carica innovativa viene pianificata in precedenza. Una pratica adottata anche da Samsung e Apple e sanzionata pesantemente dall'Autorità Garante della concorrenza e del Mercato perché scorretta. Risalgono, infatti, al 25 settembre scorso i provvedimenti sanzionatori adottati dall'Authority nei confronti dei due colossi, pubblicati sul bollettino del 29 ottobre, per aver “ indotto i consumatori - mediante l'insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell'asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori - ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti”. Nello specifico l'AGCM, stante la gravità del comportamento, ha inflitto una sanzione da 5 milioni di euro a Samsung per la “proposta, insistente, ai consumatori in possesso di Note 4, di aggiornamenti del firmware basati sulla versione Marshmallow del sistema operativo Android, le cui caratteristiche e impatto sulle prestazioni dello smartphone sono stati descritti in maniera omissiva ed ingannevole e che hanno significativamente ridotto le funzionalità di moltissimi apparecchi, rispetto ai quali Samsung ha prestato assistenza solo per i prodotti coperti dalla garanzia legale – offrendo la sostituzione di rilevanti parti dell'hardware – mentre per i prodotti fuori garanzia veniva richiesto un elevato costo di riparazione (salvo limitate eccezioni), senza offrire alcun mezzo di ripristino dell'originaria funzionalità dell'apparecchio (quali il downgrading)”. La sanzione ad Apple, invece, ammonta a 10 milioni di euro in quanto all'azienda vengono contestate due distinte pratiche commerciali scorrette: 1)l'aver “indotto insistentemente i consumatori in possesso di iPhone 6/6plus/6s/6splus all'installazione del sistema operativo iOS 10 e successivi aggiornamenti, senza fornire adeguate informazioni circa l'impatto di tale scelta sulle prestazioni degli smartphone e senza offrire (se non in misura limitata o tardiva) alcun mezzo di ripristino dell'originaria funzionalità degli apparecchi in caso di sperimentata diminuzione delle prestazioni a seguito dell'aggiornamento (quali il downgrading o la sostituzione della batteria a costi ragionevoli); 2) il non aver fornito ai consumatori adeguate informazioni circa la vita media e la deteriorabilità delle batterie al litio né informazioni sulla manutenzione delle stesse al fine di conservare la piena funzionalità dei dispositivi.
Quello dell'obsolescenza programmata è un fenomeno che in numerosi casi ha comportato e continuerà a comportare un vero e proprio danno economico nei confronti del consumatore ed è, pertanto, auspicabile che il legislatore europeo intervenga con una normativa ad hoc affinché l'innovazione tecnologica possa essere adeguatamente perseguita senza pregiudizio alcuno per i consumatori e, come ricordato anche dal Parlamento Europeo nella Risoluzione del 4 luglio 2017, per i loro diritti a ricevere dai produttori informazioni chiare in merito al funzionamento dei dispositivi e alla compatibilità con gli stessi di eventuali aggiornamenti.


Reggio Emilia e Genova lanciano le buone pratiche per il social housing

Sicet lancia un tavolo permanente sul welfare abitativo per rilanciare gli investimenti in edilizia residenziale pubblica e promuovere processi di riqualificazione
Creare un'edilizia sostenibile è possibile. La visita a Reggio di una quarantina di inquilini provenienti da Genova e La Spezia è stata occasione di confronto con Acer e Sicet, Sindacato inquilini casa e Territorio, in merito alle più recenti soluzioni in termini di tecnologie innovative e servizi ai cittadini in grado di trasformare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica in veri e propri smart building. “Con Acer – dice Chiara Lupi responsabile Sicet di Reggio Emilia – lavoriamo affinché i diritti dei cittadini vengano tutelati per quel che riguarda l'abitazione. Con Sicet, ad esempio, forniamo sostegno ai residenti, aiutiamo i cittadini nella registrazione dei contratti e nell'aggiornamento del canone e li sosteniamo in caso di sfratti. La rappresentanza di inquilini provenienti da Genova e La Spezia - continua Chiara Lupi – sono stati accompagnati in visita al quartiere Compagnoni, dove vecchi condomini realizzati negli anni Sessanta sono stati completamente riqualificati con notevoli benefici per gli inquilini in termini di comfort abitativo e risparmio energetico”. All'incontro erano presenti, oltre al segretario regionale Sicet Emilia Romagna e Sicet Emilia Centrale Eugenia Cella, il responsabile per Reggio Emilia Chiara Lupi, il segretario Regionale Sicet Liguria, Stefano Salvetti, il presidente di Acer, Marco Corradi e l'ingegnere Ercole Finocchietti, tecnico di Acer. “«Il confronto con i colleghi della Liguria – afferma Chiara Lupi, responsabile Sicet di Reggio Emilia – e la condivisione dei rispettivi progetti di social housing è stato estremamente proficuo: obiettivo comune è di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di sostenerli nelle difficoltà quotidiane. Per accompagnare l'attuazione del recente importante Accordo col Comune di Reggio sul social housing crediamo serva un tavolo permanente sul welfare abitativo per rilanciare gli investimenti in edilizia residenziale pubblica e promuovere processi di riqualificazione: gli edifici di edilizia residenziale pubblica di via Compagnoni rappresentano un ottimo esempio del lavoro che si può realizzare”. “Come Cisl vogliamo rinnovare sempre, attraverso il Sicet, il nostro impegno sul tema della casa, perché è il luogo principale degli affetti, dei legami e di quella realizzazione e sicurezza delle famiglie e delle persone che è alla base del nostro benessere e della nostra coesione sociale”- conclude il segretario Cisl Andrea Sirianni.

Editoriale tratto da Economist: GEROGLIFICI.
Soon-Shiong ("il medico più ricco della storia del mondo") é convinto che in una democrazia sana i giornali sono fondamentali. E per questo è interessato soprattutto alla carta, che lui considera un antidoto alla riduzione della capacità di attenzione indotta dal digitale. Non prevede che la carta sparirà ("Abbiamo cominciato con i geroglifici, non credo che finirà") e anzi scommette: "Oggi i ragazzi vogliono comprare i dischi di vinile, presto tornerà di moda la carta".
Chi l'ha detto che i giornali, e quelli di carta in particolare, non sono un buon investimento? C'è una certa agitazione in Francia da quando si è saputo che Daniel Kretinsky miliardario ceco nato a Brno nel 1975, è interessato al quotidiano Le Monde. Kretinsky vorrebbe rilevare le quote del banchiere francese Matthieu Pigasse, che controlla Le Monde insieme a un miliardario francese, Xavier Niel. Kretinsky ha creato il primo gruppo energetico dell'Europa centrale, Eph, specializzato in carbone e gas, presente anche in Italia. Nella Repubblica Ceca Kretinsky è già padrone del tabloid Blesk, il più letto del Paese, così influente da essere in grado, scrive Le Monde, di "costruire e demolire la reputazione di chiunque". Non é il primo miliardario dell'Europa orientale interessato ai quotidiani dell'Europa occidentale. Nel 2010 l'oligarca russo Aleksandr Lebedev aveva comprato l'Independent di Londra. E Lebedev e Kretinsky con Pigasse e Niel, non sono gli unici miliardari o banchieri ad aver comprato dei quotidiani negli ultimi anni. C'è Jeff Bezos, padrone di Amazon e uomo più ricco degli Stati Uniti, che nel 2013 ha comprato il Washington Post per 250 milioni di dollari. E c'è Patrick Soon-Shiong, 65 anni, chirurgo californiano nato in Sudafrica da genitori cinesi, definito da Forbes "il medico più ricco della storia del mondo" (ha un patrimonio di 9 miliardi di dollari), che quest'anno ha comprato il Los Angeles Times per 500 milioni di dollari. Parlando al Guardian, Soon-Shiong ha detto di averlo fatto perché é convinto che in una democrazia sana i giornali sono fondamentali. E per questo è interessato soprattutto alla carta, che lui considera un antidoto alla riduzione della capacità di attenzione indotta dal digitale. Non prevede che la carta sparirà ("Abbiamo cominciato con i geroglifici, non credo che finirà") e anzi scommette: "Oggi i ragazzi vogliono comprare i dischi di vinile, presto tornerà di moda la carta".